sabato 10 ottobre 2015

Riflessioni su escavazioni, pulizia e manutenzione


Dopo le alluvioni, e i disastri che continuano a causare nel nostro Paese, purtroppo ci sono ancora troppo spesso mistificazioni. In particolare i falsi alibi della mancata escavazione in alveo e pulizia fluviale non fanno che distogliere dalle cause reali degli eventi. Da ricercare invece nell’aumento dei fenomeni meteorologici estremi, aggravati dalle decisioni scellerate di urbanizzazione realizzate negli ultimi decenni che hanno reso il territorio sempre più vulnerabile. Nonostante tutto si continua a costruire, come dimostrano i dati Ispra sul consumo di suolo che ci indicano che oggi vengono consumati 345 mq di suolo all’anno per abitante e da questo fenomeno non sono escluse nemmeno le aree a pericolosità idraulica, anche queste coinvolte da valori sempre più elevati di ettari cementificati. Un altro dato interessante da Ecosistema rischio di Legambiente e Protezione civile con oltre l’80% dei comuni intervistati che ha in aree a elevato rischio idrogeologico strutture, edifici, scuole o ospedali, un terzo di questi lo ha edificato negli ultimi dieci anni, quando sarebbero già dovuti essere in vigore i vincoli dettati dalle perimetrazioni dei PAI e, dato ancora più inquietante, meno del 5% ha avviato delocalizzazioni. Ma la colpa, nelle dichiarazioni di molti, continua ad esser nei fiumi non scavati e nella vegetazione spondale.

Oggi si parla spesso di fiumi sovralluvionati (ovvero con un eccesso di sedimenti) o con troppa vegetazione spondale che incrementa il rischio. Ma la realtà è molto diversa. Ci sono pochi studi a carattere di bacino che ricostruiscono il bilancio dei sedimenti (unico strumento che può indicare se il fiume è in sovralluvionamento o in erosione) e i pochi studi fatti dimostrano che il più delle volte i fiumi hanno una forte azione erosiva proprio legata alla carenza di sedimenti e alle eccessive escavazioni in alveo.
 Sulla vegetazione invece si da la colpa alla vegetazione riparia di essere causa della presenza di tronchi in alveo, ostruire i ponti etc…quando questi invece il più delle volte arrivano da una cattiva gestione del territorio, da frane lungo i versanti etc.. Il risultato di queste valutazioni sbagliate sono interventi massicci di escavazione o tagli a raso di vegetazione riparia che non fanno che incrementare le condizioni di rischio e l’instabilità dei territori.

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